sabato 17 giugno 2017

LA PANZERJAGER ABTEILUNG 19(L) IN BELGIO




































LA PANZERJAGER ABTEILUNG 19(L) IN BELGIO

Come la stragrande maggioranza dei miei diorami anche questo nasce dalla lettura di un libro fotografico precisamente “PK CAMERAMAN Panzerjäger in the west 1944”.
In questo primo volume della serie vi sono mostrate bellissime foto del Panzerjäger –abteilung 19(L) durante il trasferimento dalla città di Eeklo a quella di Zedelgem ( Belgio Febbraio 1944).
Il reportage è del cameraman Kurth della Propaganda Kompanie 698.
Il Panzerjäger –abteilung 19(L) viene formato il primo Gennaio del 1943 come Panzerjäger –abteilung Luftwaffen Field-division 19 nell’area addestrativa di Bergen vicino Calle nella bassa Sassonia.
La maggioranza dei suoi membri proveniva dal personale in eccesso della Luftwaffe ( piloti, meccanici, guardie aeroportuali, addetti ai vettovagliamenti, operatori radio, e autieri) una piccola parte proveniva dal Waffengattung della Hermann Göring.
Nelle Divisioni campali della Luftwaffe inizialmente venivano incorporate tre compagnie anticarro, ognuna equipaggiata con pezzi anticarro da 50 mm  e 75 mm.
Nel caso della 19(L)  era presente anche un plotone di 4 marder III M.
Nonostante gli otto mesi di addestramento a Vlissingen( Olanda), l’unità non raggiunse mai la piena efficienza, in questa epoca la mancanza di ufficiali con esperienza era divenuta endemica.
Dall’Olanda la Divisione venne trasferita nel Giugno del 1943 nelle vicinanze di Parigi, qui continuava l’addestramento e veniva rifornita con pezzi d’artiglieria polacchi e russi di preda bellica, anche le mitragliatrici dei due reggimenti jäger erano di preda bellica francese e cecoslovacca.
Questa divisione al pari delle altre divisioni tedesche era per lo più ippotrainata.
Il 21 Ottobre del 1943 tutte e 22 le divisioni campali della Luftwaffe(eccetto quelle dei paracadutisti e la Panzergrenadier Division HG) passarono sotto il controllo dell’esercito di terra, da qui la desinenza(L) per indicarne l’origine.
Per la scarsa mobilità al pari delle altre divisioni ex Luftwaffe la 19 rischiava di divenire un unità di difesa statica, già il 14 Dicembre 1943 un ordinanza stabiliva che tutte divenissero divisioni di fanteria.
A questa data la prima compagnia anticarro aveva in dotazione 5 pak 38 mentre la seconda e terza compagnia avevano 3 pak 38 e un misto di 6 pezzi da 75 mm pak 40 e pak 97/38; la quarta compagnia aveva un solo  Stug ( non aveva mai ricevuto gli altri tre).
Questi pak erano trainati da trattori d’artiglieria, i veicoli di supporto delle prime tre compagnie erano di origine civile o di preda bellica francese e belga.
Il nuovo ordine diramato da Hitler  il 2 Gennaio del 1944 attraverso il furerweisung Nr.51  stabiliva una riorganizzazione per la difesa anticarro ad occidente.
Tra le divisioni che dovevano essere munite di più efficienti Panzerjäger –abteilung vi era anche la 19 (L).
Era previsto che la prima compagnia anticarro cedesse i suoi 8 pak e ricevesse al loro posto 14 Marder III M, gli effettivi della compagnia furono potenziati con l’aggiunta degli esuberi provenienti dalla Panzerjäger –abteilung 9, così per la primavera gli effettivi arrivarono a 136.
La seconda e terza compagnia vennero sciolte e ridistribuite nei tre reggimenti di fanteria di modo da formarne le unità anticarro come richiesto nel KStN.
Una nuova terza compagnia era riorganizzata con il personale in esubero della Luftwaffe proveniente da Wehrkreis per un totale di 149 uomini.
Questa doveva essere equipaggiata con 12 flak 38 per sostituire il IV battaglione flak 88 che nel frattempo era rimasto sotto il controllo diretto della Luftwaffe e da questa trasferito per la difesa aerea.
La vecchia quarta compagnia venne riorganizzata per divenire la nuova seconda compagnia e doveva essere equipaggiata con 10 Stug III ma al momento ne possedeva solo uno a canna corta, anche qui il personale era per lo più della Luftwaffe per un totale di 119 uomini.
Il battaglione controcarro aveva 17 ufficiali, 123 sottufficiali e 344 altri effettivi per un totale di 484 uomini.
Questo doveva essere capace a pieni effettivi di mettere in campo 24 pezzi da 75 ( contando anche i Marder III M e gli Stug III)  e 12 flak 38 da 20 mm.
Inoltre il battaglione doveva avere 113 veicoli a motore e 20 motociclette, in realtà era difficile realizzare tale proposito e si finì per continuare a modificare ed utilizzare veicoli civili.
Per munire di ufficiali con esperienza lo stato maggiore del battaglione anticarro, si trasferirono ufficiali provenienti dal  Panzerjäger –abteilung 162 dell’ormai distrutta sessantaduesima divisione di fanteria.
Il battaglione venne poi trasferito a Zedelgem ( Gennaio 1944) e il quartier generale del battaglione venne posto a Thielt in primavera.
Il 1 Giugno lo stato maggiore del battaglione era posto a nord ovest di Maldegem; la prima compagnia nella città di Maldegem, la seconda nel villaggio di Eede e la terza a nord del villaggio di Donk.
Il 20 Febbraio gran parte dello stato maggiore venne inviato in Italia per dare vita allo stato maggiore del  Panzerjäger –abteilung 278 della duecento settantottesima divisione di fanteria.
Il 16 Marzo dopo che finalmente aveva ricevuto il suo ultimo Stug ( dei 10 previsti) la seconda compagnia venne trasferita sul fronte orientale divenendo la Sturmgeschütz Abteilung 1367
della trecento sessantasettesima divisione di fanteria.
Venne subito approntata la formazione di una nuova seconda compagnia Stug abteilung 1019 (L) in sostituzione di quella inviata sul fronte orientale.
In un rapporto si può leggere come per mancanza di mezzi e benzina il personale formato per la nuova compagnia alla fine di Aprile risulti “ realmente poco addestrato”.
Il 4 Giugno l’intera 19(L) e il suo battaglione anticarro venne inviata in Italia via treno.
Arrivata in Italia marciò direttamente verso Livorno e venne posta sotto il comando del XIV° panzer korps.
Durante la ritirata dalla linea Gotica si lanciò in azioni di retroguardia contro la trentaseiesima divisione di fanteria USA.
Accerchiata e decimata riuscì comunque a raggiungere Livorno dove il 19 Luglio venne sciolta.
Parte del suo stato maggiore venne inviato in Danimarca per costituire la diciannovesima volks-Grenadier Division mentre il grosso della truppa e dell’equipaggiamento venne trasferito alla 20 Field division (L).
Le 29 foto del volume illustrano quindi la Panzerjäger –abteilung 19(L) in Eeklo e il suo spostamento nei pressi di Zedelgem alla fine del Febbraio 1944.
Tra queste foto sono rimasto particolarmente colpito da quelle che mostrano la nuova terza compagnia flak.
 Le flak 38 erano trainate da veicoli civili Ford Eifel modificati, impressionante la differenza di usura tra veicoli( nuovi) e flak già vissute e scrostate.

IL KIT DI PARTENZA
Non trovando kit del mezzo in questione mi stavo già rassegnando all’idea di abbandonare il progetto.
Un amico modellista del web Andrea Goffi su FB in chat mi ha fatto notare che il kit Lindberg poteva essere un ottima base di partenza.
Così usando le tre uniche foto presenti nel volume, le uniche reperibili, e altre del mezzo civile (trovate in internet) ho iniziato il lavoro di modifica e ricostruzione del mezzo in questione.
Il kit Lindberg è realmente scadente, per tagliarlo ho usato la lama del mio trapanino un affidabilissimo e silenzioso Proxxon, con plasticard e stucco bicomponente ho dato forma al mezzo da traino, la pavimentazione antiscivolo è stata ricavata da un piatto di plastica usa e getta.
Non essendo un mostro nelle autocostruzioni ho nuovamente ricevuto aiuto da Andrea Goffi che mi ha inviato il telaio di una vecchia vettura da cui ho segato via la capote che ho dovuto comunque modificare.
Per la struttura reggi telone ho usato legno da modellismo navale e profilati in plasticare della Evergreen, i bulloni li ho ricavati usando come fustella (un attrezzo da orologiaio la cui punta mi è servita per forare un laminato di rivestimento per bottiglie).
Per i vetri ho utilizzato del pvc della Polikristal spesso 0,25 mm (al Brico con meno di 4 euro se ne può acquistare un metro quadro).
Hopoi  rifatto cruscotto e maniglie con plasticard, pezzi di sprue e filo di rame, le ruote dopo due differenti tentativi non soddisfacenti le ho mutuate dal vecchio kit Tamiya dedicato alla Gaz 67 B (ad inviarmele è stato l’amico modellista Diego Vicario).
Il mezzo è stato dipinto con colori Vallejo Air e il leggero weathering dato con colori ad olio Maimeri  e W&N.
La Flak 38 è una referenza Dragon 6288 un bel kit, istruzioni ben fatte (una rarità per la Dragon) semplice da assemblare.
Anche questo dipinto con colori Vallejo Air e poi invecchiato con oli, scrostature ottenute con colori ad olio mescolando nero W&N con un color argento Maimeri.































I FIGURINI
I figurini sono dei Master Box 35137 che ho modificato, ho dovuto cambiare parte delle posture e trasformare l’uniforme Feldbluse 40 in una Fliegerbluse Luftwaffe di fine guerra( molto più corta del modello 40).
Per i cambi ho  usato stucco bicomponente Magic Sculpt e Green Stuff, le teste sono della Yoshi con elmetti Tamiya, mani in resina Historex, l’equipaggiamento è un misto di referenze Dragon, Master box e Tamiya.
Decal per spalline, mostreggiatura e le fotoincisioni delle medaglie sono della Alliance Model Works.
Per i bottoni ho usato una fustellatrice da calzolaio e le tasche sono state riprodotte con della carta.
La pittura è stata data con colori di base ad aerografo ( Vallejo Air) e poi finitura con oli Maimeri e W&N.
Metterli seduti nel cassone del veicolo è stata una vera impresa.



















LA BASE E IL TERRENO
Partendo da una tavola di legno ne ho dipinto i bordi con vernice nera, il terreno è stato ricavato stendendo dello stucco universale su cui ho incollato terre da colorificio, un mix di diversi colori di erbe da ferromodellismo è stato incollato con una macchinetta per l’erba statica ricavata da una racchetta ammazza zanzare.
Le inflorescenze di betulla e delle foglie fatte con fustellatrice Wiler hanno proporzionato il fogliame autunnale, i cespugli sono stati ricavati da teloxis aristata con origano e un cipresso secco ha proporzionato l’alberello.
Tonalità di colori dati ad aerografo hanno aiutato a dare il colore giusto al tutto e per finire una spruzzata di bomboletta di lucido ha fornito quell’effetto umido al paesaggio.
Il piccolo diorama mi è costato molto lavoro, specialmente la vettura ma ne è valsa la pena e cosa più importante mi sono divertito.